La favola della quercia e del diavolo

Una leggenda popolare sarda ha come protagonista la quercia

Tanto tempo fa, quando ancora era cosa comune incontrare per strada il Signore Iddio, un giorno il diavolo mogio mogio si recò da lui. Fattosi coraggio, gli rivolse rispettosamente la parola: “Tu, o Signore, sei il padrone di tutto l’universo, mentre io, povero diavolo, non posseggo nulla in questo mondo…Ti prego pertanto di concedermi la potestà su una minima parte del creato.” E Dio, di rimando: “Cosa desidereresti avere?” E il diavolo: “Il potere su boschi e foreste!”
E Dio decretò: “Così avvenga. Il potere su boschi e foreste ti apparterrà quando questi d’inverno saranno senza fogliame. Tornerà a me, invece, nelle altre stagioni, quando gli alberi saranno coperti di foglie.” Saputa la notizia dell’avvenuto patto, tutti gli alberi del bosco cominciarono a preoccuparsi, finchè l’inquietudine si trasformò in agitazione.
Il carpino, il tiglio, il platano, il faggio, l’olmo, l’acero si chiedevano avviliti: “Cosa possiamo fare? A noi le foglie cadono proprio in autunno”. Finché al faggio venne l’idea di consultare la quercia, l’albero saggio tra i saggi. Quando sentì la storia del patto, la quercia rifletté gravemente ed alla fine sentenziò: “Faremo così, cari amici. Io tenterò di trattenere sui rami le foglie secche, finché a voi non saranno spuntate le nuove!
In tal modo il demonio non potrà avere il dominio su nessuno di noi. Così avvenne e il diavolo  beffato. Da allora la savia quercia trattiene il fogliame secco per tutto l’inverno, finché in primavera spuntano le prime foglie verdi.

Roverella