MAZZAMURELLO, LO GNOMO DEI BOSCHI CHE POPOLA LE NOSTRE FANTASIE DA GENERAZIONI
Se di notte o durante i pomeriggi assolati un bizzarro rumore vi porta ad origliare da un muro per cercare di capire, aggirarvi in casa senza pace, un po’ sorpresi, preoccupati forse, qualcuno potrebbe arrivare a dirvi che non siete soli come pensate: un simpatico folletto dei boschi sta cercando di entrare in contatto con voi. È il Mazzamurello, piccolo gnomo delle nostre montagne, anima giocosa del verde, che si fa beffe di voi, cerca di spaventarvi per un torto subito o si fa messaggero per chi non c’è più.
NON SOLO NELL’ EUROPA DEL NORD…
Il mazzamurello ha in dono la capacità di vagliare il cuore delle persone e scovarne l’indole. Sensibile oltre ogni immaginazione in questo senso, sarà vostro alleato e complice di buona sorte se l’avrete ben “ospitato” in casa, svelando, magari solo per voi, nascondigli di antichi tesori. Goliardico invece fino al dispetto se vedrà in voi un qualche sintomo di cattiveria. Intermediario dell’aldilà, porta messaggi dal piano incantato al nostro mondo ordinario, come spesso accade per le piccole creature della tradizione antica. Scopriamo così che le felici leggende del “popolo dei piccoli” appartengono anche alle nostre terre da lungo tempo e non abbiamo bisogno di importarle da altri. Il piccolo spiritello che non perde mai occasione per lazzi e scherzi, ostile fino al capriccio come un bambinetto, ma pronto poi di nuovo al gioco appena un attimo dopo, è infatti proprio del centro Italia praticamente da sempre. E non solo…
DAL NORD ALL’APPENNINO ABRUZZESE, PASSANDO DA ROMA, DA PESCARA A NAPOLI ED OLTRE: DA SEMPRE NEI RACCONTI DEI NONNI.
Per D’Annunzio erano “mazzamurelli”, nel teatro del cinquecento veneziano compare un “mazzaruollo”, i napoletani li chiamavano “mazzamurielli” e chi si spingeva più a sud, fino alle coste della Puglia, li avrebbe conosciuti come “scazzamaurielli”. Ben distribuiti e ben nasconti tra i rami degli alberi, i nostri spiritelli, anime dei boschi, sembra debbano il proprio nome proprio al brutto vizio di batter colpi alle pareti, facendo parlar di loro persino in città. A Roma, nella centralissima zona di Trastevere, un palazzetto, ormai abbattuto per far largo al vialone che attraversa il quartiere, era noto per l’aver accolto mazzamurelli inquieti che di notte facevano sentire la propria presenza a tutto il rione. Ancora oggi, a ricordo del loro divertito baccano, esattamente dove sorgeva il palazzo che avevano preso di mira, il nome di un vicolo li riporta tra noi… e qualcuno ancora giura di sentirli.
AI PIEDI DELLE NOSTRE MONTAGNE, NEL VERDE…
Come spesso accade, i toponimi tradiscono presenze nascoste più di un qualunque moderno manuale e alle nostre montagne abruzzesi, più che ad altre, piace ricordare il passaggio sovente dell’allegro popolo dei piccoli abitanti del verde. Ai piedi del maestoso massiccio del Marsicano, nel comune di Opi, ai confini della terra degli antichi Marsi, una zona che persino le carte ricordano come “Mazzamore” si dice debba il proprio nome ai piccoli e dispettosi mazzamurelli. Anche il Velino sembra ospitarli nel verde, alle pendici del massiccio bicorno che sale dalla piana del Fucino e le vecchie tradizioni locali li credono abitanti delle vecchie travi di legno delle case di montagna, mascosti fin dentro le fondamenta. Come se non fosse solo fantasia, quella strana sensazione che prende alle volte nei boschi di essere costantemente osservati, seguiti, spiati da qualcuno, ci giriamo d’improvviso, ma nessuno segue i nostri passi e continuiamo. Eppure proprio lì, nei luoghi dove più amano nascondersi, potremmo scovarli, un giorno o l’altro, finendo per incrociare i loro occhietti vispi…