ALLA SCOPERTA DEL BOSCO SACRO DELLA DEA ANGIZIA (Luco dei Marsi – AQ)
Poco lontano dalle rive dello scomparso lago del Fucino, la radura s’infittisce ed un bosco misterioso procede verso l’alto, tra rocce, cavità naturali e veri e propri inghiottitoi.
Gli antichi abitanti di queste valli riconoscevano un valore sacrale a questi luoghi e gli stessi Romani, ben comprendendone l’inclinazione, non li definirono mai genericamente “silva” ma “lucus”, perchè fosse certo anche nel nome che non si trattasse di un bosco qualunque. Chiunque poteva varcare una radura tra le tante, una “silva”, non tutti, al contrario, potevano affrontare un “lucus”, termine che da solo bastava ad intendere che da quel medesimo istante si cessava di essere in luoghi qualsiasi per entrare di fatto nella sfera del sacro.
Gli antichi Marsi, figli di queste terre, veneravano il bosco in questione perchè sacro alla principale divinità dei loro padri: la dea Angizia, divinità guaritrice, incantatrice di serpenti, sorella della più nota Circe.
Sapevano riconoscere il suo passo di danza, narra la leggenda, nei vapori sprigionati dal terreno ad alta quota, tra gli alberi.
Anche oggi, chiunque si avventuri tra gli alberi del Bosco Sacro e si trovi, d’improvviso ed in silenzio, avvolto da un vapore bianco in rapido movimento, ha davvero la sensazione che qualcosa di vivo e pulsante avvolga la natura circostante, tutti i rami e gli alberi. Lungi da ogni fascinazione esoterica, comunque, il Bosco riserva suggestioni davvero uniche in ogni periodo dell’anno e la memoria storica di un culto, quello della dea dei serpenti, che ha profondamente influenzato queste terre per secoli, vive ancora oggi nella toponomastica e nelle tradizioni locali.
Nelle FOTO: il bosco da noi fotografato in diversi momenti dell’anno e un’opera in terracotta ritrovata nel sito archeologico di LUCUS ANGITIAE, presso Luco dei Marsi, che molti riconoscono proprio come la dea Angizia.