Equinozio d’autunno: quando il Sole lascia spazio al mistero delle ombre
Equinozio d’autunno: quando il Sole lascia spazio al mistero delle ombre
Esistono quattro passaggi fondamentali per il nostro pianeta, in orbita attorno al proprio astro, che da sempre hanno determinato la vita delle civiltà che conosciamo e, in qualche modo, anche la nostra.
Quattro transiti segnati a calendario, a due a due, come equinozi e solstizi: passaggi fondamentali dell’anno solare paralleli tra di loro.
Gli equinozi, il primo all’ingresso della primavera, il secondo a conclusione dell’estate, traggono il proprio nome dal latino aequa nox, ovvero notte uguale, lasciando intendere dal nome stesso che proprio in questi giorni, 21 marzo e 21 settembre, luce e ombre hanno la stessa identica durata in termini di ore.
Eppure per i popoli antichi i due equinozi non avevano lo stesso significato né venivano celebrati allo stesso modo: se quello di primavera, infatti, annunciava un costante aumento delle ore di luce su quelle di buio, quello d’autunno apriva, al contrario, tutt’altro scenario, presentando un Sole mitizzato in calo ed una Notte poderosa in lenta ma implacabile ascesa. Per gli antichi era dunque questo il momento destinato all’inizio della riflessione più intima relativa all’intero corso dell’anno che andava spegnendosi.
La natura iniziava un moto discendente volto a spegnere l’euforia dell’estate verso il tepore minimo che anticipava lo spegnersi di ogni attività nel bianco dell’inverno: l’uomo iniziava, quindi, un processo di analisi e revisione della propria intimità e del proprio percorso comunitario e personale. I riti dei Misteri Eleusini dell’antica Grecia illustrano esattamente questo passaggio. Celebrati proprio in questi giorni, ripercorrevano, con rituale e pasto sacro, il mito del ratto di Prosérpina, mitica figlia della dea della Terra, Demetra, rapita dall’oscuro Ade, dio del sottosuolo e degli inferi.
Riproporre, anno dopo anno, questo passaggio in forma rituale aiutava gli uomini ad accompagnare il sole verso le profondità della terra, inghiottito, quasi, come era accaduto alla giovane Proserpina nel mito che la vedeva protagonista, ma con la certezza di una ciclica rinascita. Il ciclo annuale di rinascita e morte figurata del Sole come protagonista assoluto delle vicende umane, segnava profondamente ogni aspetto della vita delle comunità antiche che comprendevano profondamente la necessità dell’alternarsi armonioso delle stagioni così come accettavano, allo stesso modo, nascita e morte nelle proprie vite.
Ascoltavano serenamente il ritmo della natura e degli astri così come facevano per la propria esistenza… una capacità antica e preziosissima che oggi dovremmo imparare a riscoprire.