La leggenda del mandorlo che fiorisce in nome dell’amore
In questo periodo dobbiamo stare fermi, uniti ma divisi, perché siamo i costruttori/distruttori di questo mondo che lasceremo in eredità ai nostri figli.
Un giorno, quando tutto questo sarà finito, in noi nascerà la bellezza di apprezzare ciò che prima ci sfuggiva, a cui rivolgevamo solo uno sguardo veloce e che davamo per scontato.
Fuori la Natura porta a compimento il suo meraviglioso creare fatto di colori e magia. Lei va avanti nella sua rinascita e resurrezione
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Chi non ha mai ammirato l’incanto di un albero in fiore. In particolare il mandorlo, albero bellissimo e dal profondo significato. È tra i primi a fiorire, e per questo motivo è simbolo di rinascita, di speranza, di ritorno alla vita della natura.
Nella mitologia greca il significato del mandorlo è attribuito alla speranza e alla costanza e i suoi semi commestibili, le mandorle, sono da sempre considerati divini perchè protettori della verità (il loro guscio forte e duro custodisce il seme-verità conoscibile solo se si riesce a spaccare la scorza).
Legata al mandorlo vi è un’antichissima leggenda: la storia di Fillide e Acamante, una delle vicende amorose più commoventi e sfortunate che ci sia stata tramandata.
Acamante era un eroe greco, figlio di Fedra e Teseo. Di lui si narra che, in viaggio verso Troia, sostò per qualche giorno in Tracia. Qui conobbe la principessa Fillide e, come tradizione vuole, non appena gli sguardi dei due giovani si incrociarono, nacque un tenero e sconvolgente amore. Ma il destino di Acamante era segnato dalla guerra di Troia: la fanciulla attese l’innamorato per dieci anni e, venuta a conoscenza della caduta di Troia, non vedendo alcuna nave all’orizzonte, immaginò che l’amato fosse morto e si lasciò morire di dolore.
La dea Atena impietosita dalla storia degli innamorati trasformò Fillide in un mandorlo e quando Acamante, in realtà ancora in vita, venne a conoscenza di questa trasformazione, si recò nel luogo dove c’era l’albero e lo abbracciò con amore e con dolore. Fillide sentì quell’abbraccio e, in cambio, fece spuntare dai nudi rami dei piccoli fiori bianchi. Ancora oggi, l’abbraccio fra i due innamorati è visibile in primavera, quando i rami dei mandorli fioriscono, a testimoniare l’amore eterno dei due giovani.
Uscito il mio libro “L’Odore del Selvatico” per Edizioni Kirke