Il camoscio più bello del mondo sulle vette d’Abruzzo: eleganza e geni nobili del nostro esemplare
CAMOSCIO APPENNINICO (Rupicapra pyrenaica ornata)
Potremmo dire con una certa fierezza di aver incontrato un animale modello, non nel senso più scientifico del termine, ma per quello certamente più prosaico. Divertente a dirsi, in effetti, perchè il nostro, tra gli ungulati simili a questo, sembrerebbe essere a tutti gli effetti il camoscio più bello del mondo, definito tale già alla fine dell’Ottocento, quando venne classificato e distinto dagli altri esemplari europei per la caratteristica mascherina di pelo più scuro intorno agli occhi, cui deve il nome scientifico della sottospecie.
Bello, dunque, e con albero genealogico nobile, se teniamo conto che l’antenato diretto del nostro fu il primo esemplare di camoscio comparso in Europa, più precisamente dopo la glaciazione detta Riss, nel Pleistocene. Gli individui presenti sulle nostre pareti rocciose sono circa 1500, vivono tra i 12 e i 18 anni e trovano riparo in habitat impervi e difficili da raggiungere per scampare agli attacchi dei predatori.
In estate frequentano praterie d’alta quota, ma durante i periodi invernali, quando le nostre cime sono innevate, scendono verso valle e li si può incontrare anche nei boschi.
“Su le dentate scintillanti vette
salta il camoscio, tuona la valanga
da’ ghiacci immani rotolando per le
selve croscianti:
ma da i silenzi de l’effuso azzurro
esce nel sole l’aquila, e distende
in tarde ruote digradanti il nero
volo solenne.”
(da PIEMONTE di Giosuè Carducci)